Questo enorme aereo è rimasto nascosto nella giungla per 30 anni. Sino alla sua scoperta epocale

Un gruppo di soldati in missione stavano sorvolando una zona remota della Papua Nuova Guinea, quando notarono qualcosa di veramente incredibile. Sul terreno sotto di loro c'era un enorme aereo. Ma non uno qualsiasi, però. Questo aereo avrebbe chiarito un mistero vecchio 30 anni… ecco qui la fantastica storia di questo bombardiere disperso durante la seconda guerra mondiale.

Non deve sorprenderti che l'aereo sia rimasto nascosto per così tanti anni: la Papua Nuova Guinea presenta alcune delle zone più selvagge ed esotiche del mondo. In quelle lussureggianti foreste tropicali può rimanere nascosta praticamente qualsiasi cosa – anche un aereo di grandi dimensioni.

L'aereo si trovava in una remota palude infestata da coccodrilli, nota come Agaimbo. Potrebbe essere uno dei motivi per cui il ritrovamento era incredibilmente ben conservato. Non è infatti un posto accogliente in cui andare a fare una passeggiata… avere a che fare con i coccodrilli non sarebbe decisamente piacevole!

E l'aereo misterioso? Si trattava di un bombardiere della seconda guerra mondiale, conosciuto ora con il soprannome di "Swamp Ghost". Nel corso degli anni, il velivolo è stato considerato come una sorta di Sacro Graal della storia dell'aviazione militare. "Le speranze di recuperarlo erano praticamente equivalenti allo zero da molto tempo ", ha dichiarato nel 2010 l'esperto di aviazione Fred Hagen alla ‘Southern California Public Radio’. C’era però un uomo che lo credeva ancora possibile.

David Tallichet Jr., un veterano della seconda guerra mondiale e imprenditore nato a Dallas, gestiva un'attività secondaria di raccolta e restauro di aerei militari. È arrivato a possedere più di 120 aerei, tra cui un bombardiere B-25 Mitchell e un P-40 Tomahawk. Sapeva senza dubbio il fatto suo, quindi, ma era in grado di recuperare Swamp Ghost?

Aveva un grosso vantaggio: la carriera militare di Tallichet includeva il co-pilotaggio dello stesso tipo di bombardiere quadrimotore scoperto in Papua Nuova Guinea. E fu così che, negli anni '80, Hagen e Tallichet iniziarono una lunga operazione di recupero, che avrebbe richiesto decenni per essere completata. "Era il nostro più grande sogno", ha dichiarato Hagen alla ‘South California Public Radio’. "Per qualche motivo, questa storia ha catturato l'interesse di persone da tutto il mondo".

E quell'aereo colossale? Per essere precisi, era un U.S. Air Force B-17E Flying Fortress. Secondo la leggenda, il nome di quel modello era ispirato alle parole di un giornalista del ‘Seattle Times’. " È come una fortezza volante", aveva dichiarato, e sembra che la Boeing fosse stata d'accordo!

Questo particolare Flying Fortress si è notevolmente ben conservato sul luogo dell'incidente. E quando Tallichet e Hagen l'hanno recuperato scavandoci attorno, sono diventati gli orgogliosi proprietari di un pezzo di storia dell'aviazione. All'epoca, Swamp Ghost era infatti uno degli unici quattro B-17E a essere stato recuperato in tutto il mondo.

Il Pacific Aviation Museum, nelle isole Hawaii, ha descritto l'aereo come "probabilmente l'unico bombardiere B-17E intatto della seconda guerra mondiale. Un esempio unico di un aereo che ha giocato un ruolo indispensabile nella vittoria della battaglia contro i nazisti. Ed è anche l'unico B-17 al mondo a conservare le cicatrici subite nella sua ultima battaglia". È stata quindi una scoperta davvero speciale – anche perché ha chiarito un mistero rimasto in sospeso da 30 anni.

Probabilmente Swamp Ghost non sarebbe esistito senza Franklin Delano Roosevelt e la sua spinta per modernizzare l'esercito degli Stati Uniti, piano che includeva la costruzione di una nuova generazione di bombardieri – in modo da poter trasportare carichi considerevoli e viaggiare verso basi remote come Hawaii, Panama e Alaska. Il prototipo del B-17 sembrava perfettamente adatto a questo scopo.

Nel corso degli anni, il design dell'aereo si è logicamente evoluto per incorporare miglioramenti tecnici. E nel settembre 1941 i primi B-17E divennero finalmente operativi. Prima della fine della guerra, erano intervenuti più di 12.000 aerei B-17, di cui 8.600 del modello finale B-17G. Ma cosa è successo realmente a Swamp Ghost?

Era stato incaricato di volare da San Francisco a Pearl Harbor solo un giorno prima del famoso attacco giapponese del 7 dicembre 1941. Ma il destino volle che l'aereo non viaggiasse con il ‘Kangaroo Squadron’ quel giorno, salvandosi così dal disastro. In questo modo ha continuato a operare nelle prime missioni di bombardamento americano della seconda guerra mondiale. Sino al momento fatidico.

Il 23 gennaio 1942, i giapponesi invasero Rabaul in Papua Nuova Guinea, minacciando le basi alleate nella zona. Un mese dopo, Swamp Ghost venne inviato a bombardare le navi giapponesi nel porto di Rabaul. I piani non andarono però esattamente secondo le previsioni.

L'aereo cominciò ad avere problemi quando l’equipaggio tentò di aprire l’accesso al vano bombe. Le porte si bloccarono, e il capitano pilota Fred Eaton Jr. fu costretto a effettuare un secondo giro intorno all'enorme cargo giapponese – il loro obiettivo. Gli uomini riuscirono a sganciare le bombe al secondo passaggio, ma ormai avevano attirato il fuoco dei caccia giapponesi e delle batterie antiaeree.

Ne seguì una breve ma violenta schermaglia in cui Fortezza Volante riuscì ad abbattere tre dei dodici caccia nemici. Ma la sua ala sinistra fu perforata da un colpo di contraerea, cominciò a perdere carburante, e questo significava l’immediata necessità di realizzare un atterraggio di fortuna. Il destino dell’equipaggio era appeso a un filo.

In una disperata corsa contro il tempo. Eaton doveva trovare urgentemente un posto dove atterrare – e un modo per salvare i suoi uomini. Mentre si avvicinava alle ‘Owen Stanley Mountains’, vide quello che da lontano pensava fosse un esteso campo di grano. Quel "grano", però, era in realtà erba di palude alta tre metri.

Miracolosamente, l'aereo atterrò senza gravi problemi e l'equipaggio non riportò ferite gravi. C'era solo un inconveniente: erano bloccati in mezzo al nulla. Per giorni e giorni gli uomini furono costretti a vagare, affamati ed esausti, massacrati dalle zanzare e cotti dal sole.

Tutti gli uomini contrassero inoltre la malaria. La salvezza arrivò solo quando un nativo del luogo guidò il gruppo di americani al suo villaggio. Eaton e il suo equipaggio furono quindi curati e, dopo essersi riuniti con le forze americane, furono quasi immediatamente inviati nuovamente in servizio attivo. La Fortezza Volante abbattuta invece? Fu dimenticata fino al passaggio dell'elicottero destinato a ritrovarla.

L'operazione di recupero di Hagen venne completata nel 2006. Quattro anni dopo, fu finalmente concesso il permesso di far tornare Swamp Ghost negli Stati Uniti. Venne mostrato per la prima volta in pubblico a Long Beach, in California, e tra gli ospiti in quell'occasione c'erano i membri delle famiglie dell'equipaggio originale. Ma cosa riserva il futuro a questo aereo divenuto famoso?

Dal 2013 lo Swamp Ghost appartiene al ‘Pacific Aviation Museum’ di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. Il museo prevede di restaurare il bombardiere e di esporlo in un hangar a ‘Ford Island’, un'isoletta all'interno della zona del porto. I costi di questo restauro possono superare i 5 milioni di dollari, ma si tratta senza dubbio di un prezzo accettabile per preservare un tesoro nazionale.

Non si trova tutti i giorni un aereo della seconda guerra mondiale – specialmente uno in ottime condizioni come Swamp Ghost. Ma non si deve per forza sorvolare la Papua Nuova Guinea per trovare preziose reliquie di guerra. Quando l'utente di Imgur – dal nome CanadaSpeedoMan – stava facendo un'escursione in Groenlandia con sua moglie, si è trovato davanti un inquietante ricordo di un passato non così lontano. Per giorni e giorni, la coppia aveva camminato attraverso i fiordi, allontanandosi sempre di più da qualsiasi parvenza di civiltà. A quel punto si sono imbattuti in mucchi di vecchi barili e nella contorta struttura di un edificio crollato da tempo.

La Groenlandia orientale è una delle zone più remote e solitarie del mondo. Il suo paesaggio consiste prevalentemente in montagne e laghi, bloccati dal ghiaccio per gran parte dell'anno. Ma in questo immenso deserto bianco, gli escursionisti hanno scoperto i resti arrugginiti di una base – risalente a un’epoca in cui la zona giocava un ruolo strategico molto importante.

Tra i picchi rocciosi, su un riquadro di terra vicino a un accampamento eschimese noto come Ikateq, gli Stati Uniti avevano costruito una pista di atterraggio. Era stata progettata come stazione di rifornimento per gli aerei militari, impegnati a volare dall'America all'Europa durante la seconda guerra mondiale. E si trova ancora lì, lentamente inghiottita dalla natura e dal trascorrere del tempo.

I lavori per creare la pista d'atterraggio, conosciuta come ‘Bluie East Two’, iniziarono nel 1942. Un anno prima l'America aveva assunto la difesa della Groenlandia e da quel momento cominciò a cercare un luogo in cui collocare una pista di circa 1500 metri. Alla fine trovarono la posizione ideale, oltre 50 km a nord-est di Tasiilaq. In questo modo una squadra giunse nel luogo il 26 luglio 1942, iniziando immediatamente i lavori di costruzione.

Il campo d'aviazione rimase aperto dal 1942 al 1947, ma dopo la fine della guerra nel 1945, l'importanza di Bluie East Two cominciò logicamente a diminuire. Infatti, come altre basi americane in Groenlandia, venne abbandonata due anni dopo. L'inaccessibilità della zona è in gran parte responsabile del fatto che sia rimasta visibile così a lungo per chiunque abbia avuto la fortuna di imbattercisi.

Tutto il materiale utilizzato dagli americani per costruire Bluie East Two ha dovuto essere spedito in Groenlandia orientale. Per esempio, data la quasi totale assenza di alberi, il legname doveva essere trasportato in loco. Quando venne il momento di andarsene, come purtroppo spesso accade, non ci fu interesse a recuperarlo.

Non solo gli edifici, quasi tutto il materiale fu abbandonato al suo destino, come per esempio le centinaia di barili che disseminano la zona. Questi contenitori erano stati usati per rifornire gli aerei, e alcuni di essi ancora contengono carburante nei loro gusci arrugginiti. Senza dubbio un paesaggio molto strano in cui imbattersi nel bel mezzo del nulla.

Accanto ai barili si possono trovare ancora enormi macchinari, probabilmente utilizzati per costruire la pista principale di Bluie East Two. Completata nel 1943, la zona d'atterraggio era fatta di ghiaia, e la si può vedere ancora oggi nel mezzo della terra fredda.

La maggior parte delle cose utili lasciate a Bluie East Two sono state rimosse nel corso degli ultimi 70 anni dal popolo nativo Inuit. Tuttavia, tutto ciò che non poteva essere portato via a piedi o con le loro piccole barche da pesca, è rimasto esattamente dove era stato abbandonato.

Le vecchie foto della struttura ancora in fase di costruzione mostrano come non fossero stati necessari solo i macchinari per creare la pista d'atterraggio: furono necessarie anche varie casse di esplosivo. La Groenlandia orientale non è esattamente il posto più semplice in cui costruire, e mantenere in funzione, grandi complessi.

A quei tempi, nella buona stagione, la base veniva rifornita dalla guardia costiera americana. E quando la zona era stretta nella morsa dell'inverno e la neve non poteva essere rimossa dalla pista, le provviste venivano lanciate dal cielo. Quando gli americani abbandonarono la base, il governo danese non mostrò alcun interesse per Bluie East Two.

Tuttavia, anche se gli americani non utilizzavano più Bluie East Two, la base si rendeva ancora occasionalmente utile. Nel 1958 la struttura ebbe un ruolo vitale per l’approvvigionamento durante la costruzione di un sistema di preallarme radar situato più a sud, a Kulusk. A ogni modo, una volta terminata la guerra, non ha mai riacquistato la sua antica importanza.

Tra i pezzi di metallo contorto, si possono trovare altri oggetti interessanti, abbandonati al loro destino da quando gli americani sono partiti. Nel terreno ci sono frammenti di vetro con il logo della Coca-Cola – un chiaro segnale della breve occupazione americana del campo d'aviazione.

Accanto ai macchinari utilizzati per rimuovere la terra, restano ancora altri strumenti come le caldaie e le fornaci, in gran parte ancora intatte, che una volta riscaldavano e alimentavano la base. In una è ancora visibile il marchio dell'azienda di New York responsabile della sua costruzione. Gli edifici attorno, invece, sono crollati da tempo.

Si possono vedere anche altri pezzi dell’attrezzatura. Un traliccio per le comunicazioni radio giace al suolo, in direzione di uno specchio d'acqua dove gli iceberg vanno lentamente alla deriva. E anche le radio stesse sono rimaste lì, ora scatole di metallo in decomposizione in mezzo al gelido territorio.

Non rimane solo metallo: spessi pneumatici neri possono essere trovati tra i rottami. Alcuni di essi sono ancora avvolti nelle catene da neve necessarie durante i periodi più freddi dell'anno. I pneumatici sono contrassegnati dalla scritta ‘United States Rubber Company’.

La base è rimasta dunque abbandonata per oltre mezzo secolo, ma potrebbe non esistere ancora per molto. A lungo le opere di bonificazione di Bluie East Two sono state argomento di contesa politica tra Groenlandia e Danimarca, e ora i due paesi sembrano aver finalmente trovato un accordo.

Nel 2017 i due governi hanno deciso che era il momento di eliminare tutti i detriti lasciati sulla pista abbandonata. L'operazione di pulizia doveva iniziare nel 2018, e dovrebbero ormai essere stati eseguiti tutti i lavori, indispensabili per liberare la zona da questa strana reliquia arrugginita della seconda guerra mondiale.

Se è andata realmente così, allora CanadaSpeedoMan e sua moglie potrebbero essere state le ultime persone a poter documentare i resti della pista. Una volta terminato il lavoro di bonifica, probabilmente non resterà nulla della base americana, e la natura selvaggia della Groenlandia orientale sarà di nuovo la padrona incontrastata.

Per questo motivo le loro foto sono ancora più importanti. Bluie East Two ha avuto un ruolo chiave in uno dei più grandi conflitti della storia umana. E anche se è stato abbandonato e lasciato cadere in rovina, rimane ancora un luogo intrigante e bizzarro, reso ancora più particolare dalle caratteristiche naturali che lo circondano.